martedì 18 marzo 2008

Milano - Nuovo Museo di arte contemporanea


Presentato il nuovo spazio per l’arte contemporanea

Seduto in sesta fila, il Grande Collezionista promuove il progetto di Daniel Libeskind. «Mi piace, è compatto», dice Giuseppe Panza di Biumo. «Sono decenni che Milano aspetta di avere un Museo d’arte contemporanea». Finalmente! Con Panza di Biumo c’erano altri noti collezionisti, galleristi, architetti, più Ennio Brion e Francesco Micheli, ieri alla Triennale per la presentazione - celebranti il sindaco Letizia Moratti e Davide Rampello, presidente della Triennale - del nuovo polo d’arte contemporanea. Firmato dall’architetto polacco-americano, il Museo sorgerà nell’area dell’ex Fiera, il contestato quartiere CityLife, accanto alle torri di Zaha Hadid e Arata Isozaki. Pensato e disegnato da Libeskind in 2 mesi, il Mac occuperà una superficie di circa 18 mila mq e costerà alla cordata di Ligresti e soci 40 milioni di euro (il doppio di quelli previsti per il design). «Gli oneri di urbanizzazione sono del Comune», precisa l’assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi. Retroscena. Dopo anni di discussioni e progetti abortiti Sgarbi voleva affidare il Beaubourg milanese a Renzo Piano, che per Luigi Zunino sta lavorando nell’area ex Falck di Sesto San Giovanni. «Potevamo inaugurarlo nel giro di 6 mesi», sostiene. Ancora una volta però l’assessore si è inchinato alle scelte della Moratti, pur sottolineando che Rampello (assai stimato dal sindaco e dato, in caso di vittoria di Berlusconi, come possibile sottosegretario ai Beni Culturali) in questa operazione sarà solo «un consulente». Rivalità. «Accetto la sfida con Sgarbi: apriremo il museo entro il 2011», replica Letizia Moratti. «Sarà un luogo di aggregazione, un progetto innovativo in una città che ha 41 musei ed è terza solo a New York e Londra come mercato dell’arte». Sezione aurea di Leonardo. Libeskind ha spiegato di essersi ispirato al celeberrimo «Uomo vitruviano» nel concepire un’architettura che si sviluppa dalla torsione di un volume a base quadrata in un corpo dal perimetro circolare. «Una forma organica con i quattro angoli che rappresentano le stagioni, con al suo interno uno spazio fluido per il pubblico», dice l’architetto. Rivestito di marmo di Candoglia, il Museo, alto 5 piani, avrà 4 mila mq di spazio espositivo, un grande auditorium, bookstore, atelier per opere «site specific» e, persino, delle terme nel sotterraneo, un ristorante extralusso e una terrazza con l’orto pensile. Bel contenitore, ma il contenuto? All’inizio il Mac non avrà una collezione permanente; dovrà quindi contare sui collezionisti, dalla famiglia Boschi-Di Stefano a quella Jucker. «Un simile Museo non è solo un’istituzione culturale di pregio ma un vero motore di sviluppo economico», dice Andrea Chevallard della Camera di Commercio. Poi annuncia che, tra Torino e Milano, è allo studio un nuovo progetto «Mi-To»: dopo il successo del festival musicale sarà centrato sull’arte contemporanea.