martedì 18 marzo 2008

Mario Botta- Chiesa Santo Volto - Torino


La Chiesa e la città Mario Botta
Torino, come molte altre città europee, sta affrontando in questi ultimi decenni profonde trasformazioni del suo tessuto urbano; vaste aree industriali dismesse nel cuore della città assumeranno in un prossimo futuro nuove vocazioni. Torino, da città industriale si sta rapidamente profilando come una nuova realtà post-terziaria. È in questo contesto di importanti trasformazioni che il Cardinale Severino Poletto, Arcivescovo della città, ha preso l’iniziativa per la costruzione sull’area delle ex acciaierie in via Borgaro di un centro liturgico-comunitario che vede la costruzione di una chiesa (dedicata al Santo Volto), dei relativi servizi parrocchiali, di tutti gli uffici della Curia Metropolitana e di una sala congressuale. Per l’architetto, costruire oggi una chiesa dentro il tessuto sociale multietnico di una comunità sempre più secolarizzata, rappresenta anche una sfida per affrontare il disegno e l’immagine della città. Progettare una nuova chiesa è una straordinaria occasione per rileggere criticamente le trasformazioni attuate dalla cultura moderna e tentare di incidere o correggere le molte distorsioni realizzate dalle recenti urbanizzazioni. Il tema della chiesa ha una sua propria storia millenaria e ha sempre rappresentato un punto di riferimento con attività e servizi preziosi per la crescita e la qualità del tessuto dell’intorno. Con la costruzione della chiesa si persegue uno spazio di dialogo e di confronto dentro la complessità e la contraddittorietà del tessuto urbano quale momento di pausa, spazio alternativo agli obiettivi strettamente “tecnici e funzionali” ai quali fanno oggi riferimento le spinte di crescita della città. Con la chiesa si vuole riportare all’attenzione del cittadino un territorio di memoria con la sua stratificazione storica che trova nel presente una naturale continuità che parla della sensibilità del nostro tempo e che testimonia le nostre attese, le nostre speranze. Una nuova chiesa é luogo di sosta, di silenzio, di preghiera che, attraverso l’architettura, riafferma i valori di autentico umanesimo della cultura cristiano-occidentale per riproporli oggi quali premessa per un’autentica accoglienza all’interno della comunità. Il fatto architettonico, in quanto opera che agisce come modello capace di definire lo spazio di vita dell’uomo non è una componente neutra e immobile dentro il tessuto sociale, ma una realtà che interagisce con forza offrendo, o talvolta negando, le condizioni ambientali di qualità e di bellezza essenziali per accogliere l’utilizzatore. La bellezza, pur modellata attraverso i canoni e la sensibilità del nostro tempo, è parte essenziale dei valori e delle emozioni che inconsciamente tutti noi cerchiamo nella città. Si può in tal senso forse dire che il vero obiettivo di questa nuova realizzazione è quello di offrire una nuova qualità urbana. Allora, per l’architetto come per tutti gli altri fruitori della città, anche i servizi tecnico-funzionali richiesti per questo intervento assumono nuovi significati simbolici che vogliono riproporci condizioni urbane dove il cittadino, nuovo pellegrino vagante dentro il labirinto della città contemporanea, può ancora ritrovare un’emozione, un silenzio, un interrogativo tali da riconciliarlo con la storia del proprio tempo.
Mario Botta Architetto, Lugano (Svizzera)
[ per approfondimenti: sito web ufficiale ]